Nel decennio trascorso da quando le fughe di notizie di Edward Snowden hanno rivelato il funzionamento dell’apparato di sorveglianza nazionale degli Stati Uniti e del Regno Unito, il mercato dei servizi di spionaggio si è frammentato e si è espanso in un’economia di start-up di localizzatori, cracker di password ed estrattori di dati. Le indagini su questo settore si sono concentrate su società di spyware come NSO Group e Intellexa. Ma qui si rivela un attore prolifico in questo spazio, che non opera da un edificio di uffici segreti nei centri di alta tecnologia di Tel Aviv, Larnaca o Atene, ma da una modesta casa a schiera in una sonnolenta strada secondaria della città medievale di Basilea.
Il suo nome è Andreas Fink: esperto di tecnologia e imprenditore delle telecomunicazioni, ex alleato di Julian Assange e critico dello Stato di sicurezza, ora è diventato un sostenitore dell’industria della sorveglianza. La nostra inchiesta mostra come Fink abbia costruito un apparato di sorveglianza che ha messo a disposizione di governi e aziende di tutto il mondo, tra cui l’israeliana Rayzone Group, una società di cyber intelligence di alto livello. Il sistema di Fink è in grado di sfruttare le falle nei protocolli di connessione della telefonia mobile per tracciare la posizione degli utenti e persino reindirizzare i loro messaggi SMS verso account Internet non funzionanti. Gli esperti di sicurezza delle telecomunicazioni concordano: queste attività sono “un pericolo chiaro e presente per chiunque abbia un telefono”.